Il nuovo film di Lars Von Trier, il controverso The House That Jack Built, approderà nelle sale italiane il 15 novembre.
Il film è stato presentato all’ultimo Festival di Cannes, dove The House That Jack Built è stato presentato in anteprima mondiale. Il film ha per protagonisti Uma Thurman e Matt Dillon.
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The House That Jack Built segue le vicende di Jack (Matt Dillon), un killer intelligentissimo che ha commesso omicidi a Washington per dodici anni. Il regista ha annunciato che si tratta del film più brutale che abbia mai girato, tutto improntato sul concetto secondo cui “la vita è malvagia“.
In Italia il film sarà distribuito da Videa, mentre nei cinema statunitensi The House That Jack Built è distribuito da IFC Films.
Ecco il trailer ufficiale del film:
La pellicola ha avuto pesanti effetti sul regista, che ha affermato :
Mi sono sentito male durante le riprese di questo film. E non è colpa di nessuno – è colpa mia, ero solo pieno di ansie e alcool e così via. Quindi questo è il motivo per cui non posso davvero affrontare la realizzazione di un film, almeno non immediatamente.
Nel frattempo, Von Trier è al lavoro su un progetto intitolato Études.
Recentemente sono state rilasciate anche alcune immagini ufficiali del film in uscita il 15 novembre.
The House That Jack Built segna l’importante ritorno del regista danese presso la croisette del Festival francese. Nel lontano 2011, in occasione della presentazione del suo Melancholia, von Trier sconvolse la sala stampa e le attrici accanto a lui (fra cui Kirsten Dunst, protagonista del film) con alcune dichiarazioni riguardo il nazismo e Hitler:
What can I say? I understand Hitler. He did some wrong things, absolutely, but I can see him sitting there in his bunker at the end … I sympathize with him, yes, a little bit” (“Cosa posso dire? Capisco Hitler. Ha fatto molte cose sbagliate, assolutamente, ma posso immaginarmelo seduto nel suo bunker, alla fine … mi immedesimo, sì, un po’”).
La provocazione, quando rinforzata successivamente con qualche scherzo sulla stessa tematica e accese polemiche riguardo la situazione in Israele (“è una rottura di scatole”), gli costò l’immediata espulsione dal Festival di Cannes. Melancholia, tuttavia, rimase in concorso per tutta la durata del festival.