Oscuro. Basta quest’aggettivo per descrivere Perso Nel Bosco, Graphic Novel realizzata da Dario Panzeri facente parte del giovanissimo e promettente Progetto Stigma. Già dalla copertina del libro si capisce che questo non sarà un fumetto convenzionale. Già da questo elemento il lettore rimane spiazzato, inquietato da un’illustrazione sporca e misteriosa e da come il titolo e il nome dell’autore siano stati scritti, così sghembi e antiestetici. La copertina va apparentemente contro qualsiasi regola estetica e di marketing, ma si tratta di una scelta stilistica azzeccata dell’autore, che comunica già a chi si approccia al libro quale sarà lo stile tenuto per tutte le 132 pagine di Perso Nel Bosco.
“La Natura è molto più selvaggia di te e dei tuoi folli gesti”
Alberi intricati neri come la pece, un’oscura figura incappucciata, contorta, piegata. In questo modo si apre l’opera, con immagini che verranno ripetute altre e altre volte lungo il suo corso. Perso Nel Bosco è un fumetto particolare, fatto di pochissime scritte e nessun dialogo. Gli unici testi presenti appartengono a quello che potrebbe essere la narrazione di un personaggio esterno o un lungo monologo interiore del protagonista. La storia gravita interamente intorno ad un unico personaggio, alla sua psiche e al suo tormento. La figura mascherata vestita di nero un tempo era un bambino, ma da quella sera in cui i suoi genitori sono stati uccisi in un vicolo non lo è più. Ora sembra aver perso la propria umanità, diventato una bestia sempre in cerca di prede. Si aggira nel bosco, fitto e contorto come il suo corpo e come la sua mente. Ha combattuto tanti nemici, ma il male è sempre ritornato, ogni volta immutato. Ora si trova alle prese con demoni che non può sconfiggere, interiori, che lo consumano da dentro.
Il bosco e la mente, labirinti senza uscita
I testi di Panzeri sono asciutti e ben scritti. Le parole sono come un interrogatorio per il protagonista, punte che esortano l’oscuro personaggio avvolto nel mantello a riflettere su se stesso e sulla propria natura. Il lettore però non è solo spettatore di questo giudizio, ma se ne sente parte, dato che quelle parole, quelle domande incalzanti possono ugualmente essere rivolte anche a lui, costringendolo a porsi degli interrogativi. A farla da padrone sono i disegni, i veri veicoli delle emozioni che il libro sa suscitare. L’opera è interamente in bianco e nero, con quest’ultimo a prevalere per la grande maggioranza delle tavole. Il tratto è spesso, sporco, tremolante, disturbante, perfetto per una storia di questo tipo. L’autore trasmette un senso di claustrofobia e inquietudine, facendo sentire anche il lettore disperso in un bosco senza uscita, nonostante si faccia spesso ricorso a doppie splash page. Il culmine dell’arte di Panzeri viene raggiunto nella realizzazione di alcune tavole in stile squisitamente cubista, che potrebbero essere senza alcun problema estrapolate dal volume, incorniciate ed esposte in un museo.
Riassunto
Perso Nel Bosco non è un fumetto per tutti: nero e riflessivo, richiede una certa dose di capacità interpretativa per apprezzarne al meglio il messaggio e il senso. Una delle più interessanti visioni riguardo la figura e la psiche di un certo Pipistrello, pur non essendo un fumetto con lui come protagonista. Non una cosa da poco.