Lost in Space: La recensione della prima stagione Su Netflix la serie TV ispirata all'omonimo show degli anni'60

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Ha fatto la sua comparsa nello sconfinato catalogo di serie TV Netflix durante il 2018 la serie Lost in Space, un opera di fantascienza nata per essere un adattamento dello show omonimo trasmesso dal 65 al 68 e già trasposto per il grande schermo nel 1998, in una pellicola che vedeva protagonisti William Hurt e Gary Oldman. I protagonisti della serie  targata netflix sono invece Molly Parker, Toby Stephens, Parker Posey, Maxwell Jenkins, Ignacio Serricchio, Mina Sundwall e Taylor Russell.

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In un futuro abbastanza prossimo, la terra è sul limite dell’inospitalità, la famiglia Robinson è stata selezionata per una missione che vuole colonizzare un nuovo pianeta, durante la missione però parte del equipaggio della missione si ritrova su un pianeta sconosciuto, costretto a lottare contro un ambiente ostile per salvare la missione e l’intera umanità

Il colosso dello streaming toglie dalla polvere una serie storica della fantascienza per famiglie, ripassando con cura i segni dell’età per dagli un tono più in linea con i diversi gusti delle nuove generazioni, fra cui la sempre più presente narrazione non lineare, ma lasciando intatta l’attenzione per i temi dello sci-fi più classico, quel genere meno avvezzo a sparatorie e più all’esplorazione e al pacifismo.

Ovviamente la serie non è tutta fatta di buoni sentimenti, se da un lato abbiamo la cooperazione e l’integrazione, dall’altro abbiamo la diffidenza nei confronti del diverso, il desiderio di vendetta e l’arte della manipolazione del prossimo, incarnati in maniera ottima da quello che a tutti gli effetti è il cattivo della stagione, Parker Posey .

Buono l’utilizzo intenso e ricorsivo alla tecnica del flashback, studiato a tavolino per essere parte attiva della narrazione in una maniera tale che è impossibile non confrontarlo con quello attuato nella famosissima serie Lost, vera maestra in questo campo.

La prima stagione è composta da 10 episodi, dove a prendere la scena è il rapporto fra il piccolo Will e il misterioso robot alieno, che a tratti ricorda quello fra E.T e il bambino del film, i doppi giochi e i misteri riescono a garantire a Lost in Space un buon ritmo, che riesce a mantenere equilibrio fra serietà e leggerezza, senza finire nella trappola della ripetitività.

Certo, in alcuni passaggi la sceneggiatura passa da scelte forse un po’ troppo vistosamente forzate, a volte anche oltre la soglia del discutibile, ma nel complesso nulla che renda l’impressione di un totale deragliamento, la componente famigliare è quella preponderante, mentre la fantascienza è sostanzialmente relegata ad un buon utilizzo degli effetti grafici in grado di colpire positivamente l’occhio dello spettatore in più di una occasione.

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Lost in space è risultata una serie space family drama solida, consigliata agli amanti della fantascienza in cerca di qualcosa di tranquillo, magari da vedere in famiglia, il finale apre le porte per la seconda stagione già confermata .

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2.1

Marcello Portolan

Uno strano mix genetico sperimentale allevato a fumetti & fantascienza classica, plasmato dal mondo dell'informatica e della tecnologia, ma con la passione per la scrittura. Un ghiottone che adora esplorare il mondo in cerca di Serie TV e pellicole da guardare noncurante dei pericoli del Trash e dello splatter. un vero e proprio globetrotter del mondo NERD