Margaret Atwood,la scrittrice che ha dato vita al romanzo dietro alla serie The Handmaid’s Tale (I racconti dell’ancella), vede un altra delle sue opere trasformarsi in serie TV, questa volta tocca a L’altra Grace – Alias Grace, qui il futuro distopico diventa il diciannovesimo secolo reale.
Una miniserie che esattamente come l’adattamento precedente ci porta in mondo dove l’uomo si dimostra un essere crudele e spietato e le donne sono uno strumento per appagarli sotto ogni punto di vista, per rimanere attaccate con le unghie e con i denti alla propria vita. Anche in questo caso però, la protagonista, non è disposta ad accettare il suo ruolo come imposto, ma è pronta a ribellarsi dimostrandosi più pericolosa degli uomini stessi.
L’altra Grace snoda la sua trama in 6 episodi, diretti da Mary Harron (American Psycho) ed è arrivata da noi in Italia grazie al catalogo Netflix dove è presente dallo scorso 3 novembre.
La trama ha per protagonista la giovane Grace Marks, imprigionata per l’omicidio del suo datore di lavoro e della sua domestica, la ragazza è condannata al carcere a vita, ma si è sempre dichiarata innocente, allo psichiatra Simon Jordan viene affidato il compito di dimostrare la sua innocenza.
Una serie che mette in mostra spesso la sua origine letteraria, cercando quando possibile di sfruttare il magnetismo dei testi ben scritti – qui trasposti in dialoghi – per catturare il lettore e donare una maggiore credibilità alla sequenza di eventi che compone la vita di Grace. L’attrice protagonista è chiamata a interpretare un ruolo non semplice, quello di una donna dalla doppia natura, forte e debole, crudele e sottomessa, senza mai farci capire quale delle due sia quella reale o se addirittura entrambe lo siano.
Nel cast della serie troviamo Sarah Gadon, Edward Holcroft (Kingsman – Il cerchio d’oro), Zachary Levi (Chuck), Paul Gross (La versione di Barney) e Anna Paquin (True Blood e The Irishman).
La vera dote de L’altra Grace è la sua capacità di essere una miniserie intrigante, pronta a far dubitare le sicurezze dello spettatore giocando con il suo orientamento, rendendo possibili soluzioni diverse tra loro. Una miniserie di breve durata, non per tutti, ma ben realizzata sotto quasi ogni aspetto, sicuramente una piccola chicca da recuperare.
Per tutte le notizie sul mondo di Netflix seguite punto Netflix su Facebook