Ci sono storie complesse, intricate e difficili da comprendere alla prima visione, mentre altre funzionano alla perfezione anche con pochi elementi brillanti, innovativi, ben studiati e capaci di muovere al sorriso. Uno show che sfrutta una trama piuttosto semplice, ma piacevolmente originale per creare una forma di divertimento efficace è Miracle Workers, la serie comedy antologica con Daniel Radcliffe e Steve Buscemi.
La sua natura antologica (a ogni stagione corrisponde una trama diversa) aveva fatto presagire – se la seconda stagione fosse stata confermata – che dopo il suo eccellente esordio con ambientazione “paradisiaca”, ci potesse essere una nuova storia, affascinante tanto quanto la prima. Così è stato: TBS ha finalmente annunciato in via ufficiale che una seconda stagione di Miracle Workers è in produzione, con una vicenda nuova di zecca e gli stessi attori che hanno reso grande la prima stagione.
Non vengono meno gli intenti di Simon Rich, il creatore della serie. Se nelle prime puntate il suo scopo era quello di raccontare i drammi umani, le azioni di Dio (Buscemi) e di un angelo incaricato della gestione delle preghiere umane (Radcliffe), la seconda stagione donerà un tocco leggero e divertente all’epoca più buia della storia umana: il Medioevo.
Leggerezza, sì, ma con un tocco di riflessione ed emozione che non manca mai di caratterizzare questo show. Gli abitanti di un villaggio medievale dovranno fare i conti con i problemi tipici dell’epoca, la discriminazione, le ingiustizie, le disuguaglianze e le bufale dovute a un’ignoranza ancora piuttosto diffusa. Caratteristiche che, a pensarci bene, non sono del tutto assenti neanche in epoca attuale.
Dopo una prima grande stagione, tratta dal romanzo di Rich stesso (dal titolo What in God’s Name), si tornano a esplorare le emozioni umane e i rapporti tra individui, in una storia altrettanto brillante e supportata dalla recitazione di Radcliffe e Buscemi, affiancati da Geraldine Viswanathan e Karan Soni.