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Suburbicon: La recensione del film George Clooney rimaneggia una sceneggiatura dei fratelli Coen e dirige una pellicola ambientata negli anni'50 Americani

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George Clooney (Le idi di Marzo) prende in mano la regia del thriller Suburbicon rimaneggiando in parte una vecchia bozza dei fratelli Coen (Blood Simple) mai realizzata, il loro stile è un marchio quasi indelebile e persiste nonostante l’opera del regista e attore americano.

Gardner Lodge vive nella ridente Suburbicon con la moglie Rose, rimasta paralizzata in seguito ad un incidente, e il figlio Nicky. La sorella gemella di Rose, Margaret, è sempre con loro, per aiutare in casa. L’apparente tranquillità della cittadina entra in crisi quando una coppia di colore, i Meyers, con un bambino dell’età di Nicky, si trasferisce nella villetta accanto ai Gardner. L’intera comunità di Suburbicon s’infiamma e si adopera per ricacciare indietro “gli invasori” con ogni mezzo. Intanto, due delinquenti, irrompono nottetempo nell’abitazione dei Lodge e li stordiscono con il cloroformio, uccidendo Rose.

L’attore di Ave Cesare! , con 6 film alle spalle, è ormai giunto ad una buona maturità anche come regista, mette in scena un america anni 50 pressoché perfetta nella scelta cromatica ,nei dettagli della scenografia, nella caratterizzazione dei personaggi merito anche del lavoro di Robert Elswit alla fotografia in grado di portare sui nostri schermi la classica immagine dell’american dream di quel periodo, fatto di vialetti ben curate e villette a schiera. Un ottimo materiale su cui lavorare per creare un immagine dissacrante dell’america di quegli anni, con l’intenzione di mostrare il paradiso artificiale creato a Suburbicon sgretolarsi passo dopo passo, mentre la popolazione ignara di tutto colpevolizza il diverso ignorando ciò che avviene a 2 passi dalle loro isteriche e continue proteste razziali.

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La visione del mondo di Clooney e quella dei registi di Fargo non è la stessa, questa diversità di pensiero e di stile si trasforma quindi in una leggera crepa nel risultato finale, con l’interprete di Batman interessato a costruire una storia che parli del razzismo e dell’ipocrisia della middle class, ma gli amanti del cinema dei Coen riusciranno a intravedere fra le righe ancora qualche traccia della dark comedy originale, si vede il loro umorismo nerissimo, i loro scatti d’ira improvvisa e il loro amore per il grottesco.

La sottotrama razziale,che vede protagonista la famiglia dei Mayers è forse l’anello debole della pellicola, una sovrastruttura visibilmente costruita successivamente al nucleo principale della sceneggiatura, funzionale al messaggio che il film vuole mandare allo spettatore, ma senza l’opportuno spazio per spiccare il volo. Un subplot soffocato dalla trama principale come la famiglia “di invasori “dalle staccionate dei vicini, con il solo spiraglio di luce dato dall’amicizia fra i 2 bambini, vero unico collegamento funzionante fra le 2 metà della trama

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Un cast guidato dalle solide prestazione della coppia formata da Matt Damon (Will Hunting ‑ Genio ribelle), qui nel ruolo del classico degli antieroi coeniani e Julianne Moore (Boogie Nights – L’altra Hollywood) nel duplice ruolo di moglie prima e amante poi, a cui fa ruota l’interpretazione di Oscar Isaac (Star Wars: Gli ultimi Jedi) nei panni di un geniale investigatore assicurativo, protagonista di una delle scene più belle della pellicola, peccato solo per lo scarso minutaggio riservato al personaggio.

Suburbicon nel complesso funziona, intrattiene lo spettatore, lo porta a riflettere sull’ipocrisia che spesso governa l’animo umano, ma riesce a strappare nel contempo qualche sorriso.

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  • Trama
  • Scenografia
  • Fotografia
  • Colonna sonora
  • Recitazione
2.8

Marcello Portolan

Uno strano mix genetico sperimentale allevato a fumetti & fantascienza classica, plasmato dal mondo dell'informatica e della tecnologia, ma con la passione per la scrittura. Un ghiottone che adora esplorare il mondo in cerca di Serie TV e pellicole da guardare noncurante dei pericoli del Trash e dello splatter. un vero e proprio globetrotter del mondo NERD