La trama di Crawl è fondamentalmente tutta condensata all’interno del trailer, un padre e una figlia chiusi in un seminterrato che lottano per sopravvivere contro degli alligatori durante un’uragano. Un’idea estremamente semplice, che il regista francese Alexandre Aja mette in scena con un budget decisamente modesto e le idee chiare. Per darvi un idea del budget aggiungeremo che è ambientato in Florida, ma girato a Belgrado, una soluzione di solito adottata dalle produzioni stile Asylum piuttosto che da film pronti per l’approdo in sala.
Dietro al progetto di Aja troviamo Sam Raimi, che gli ha affidato il progetto dopo che il cineasta si è fatto volere bene dai fan dell’orrore con i remake di Le colline hanno gli occhi e Piranha. L’intento principale di Crawl è quello di realizzare un survival horror per il cinema estivo, dove far coesistere il dramma familiare e quello della situazione stessa, mantenendo il più possibile alta la tensione sfruttando il poco che ha a disposizione come location e cast, puntando sull’adrenalina, un po’ di splatter e sui colpi di scena.
La sceneggiatura come è facile immaginare non punta certamente sull’originalità, tutto accade esattamente come possiamo aspettarci che accada, mentre tutta l’attenzione è dedicata a rendere il film godibile dal punto di vista registico e sul tenere alta la tensione, da questo punto di vista sicuramente Crawl funziona più che degnamente, riuscendo a intrattenere per tutta la sua durata.
La nota positiva è che Crawl non prova mai a voler essere qualcosa di più di un filmetto estivo d’intrattenimento, è completamente conscio del suo target, si perde forse un po’ troppo nel cercare di dare spessore alla sua componente familiare però è una leggera noia del tutto passeggera, prima di tornare a scappare nuotando a tutta velocità inseguiti da svariati alligatori pronti a divorarci.
Dal punto di vista della recitazione se escludiamo gli alligatori – la cui grafica non è esattamente il top sul mercato – il cane del padre (tutti tranquilli sopravvive) e i personaggi secondari che spariscono velocemente, il tutto si riduce solamente a Kaya Scodelario e Barry Pepper, i due non sono esattamente chiamati a interpretazioni da Oscar, ma fanno il loro compito egregiamente.
Il film porta a casa il risultato, 90 minuti di intrattenimento estivo senza impegno e con una buona dose di sospensione dell’incredulità, sicuramente non è una di quelle visioni che lasciano il segno, anzi con molta probabilità finirete per dimenticarvene molto velocemente