Kevin Spacey ha fatto la sua prima apparizione artistica ufficiale dopo i fatti del novembre 2017, quando Hollywood e Netflix decisero di esiliarlo dal settore. Il ritorno è avvenuto nella serata del 2 agosto a Roma, leggendo la poesia The Boxer di Gabriele Tinti, nella sala che ospita l’omonima scultura di Lisippo al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo. Alcune immagini di Kevin Spacey assieme ai fan sono state postate sui social media negli ultimi giorni, ma nessuno si aspettava l’evento romano, dove ha letto The Boxer di fronte a diverse personalità e alla stampa internazionale. Oltre a Project Nerd e CinemaTown, tra i presenti all’evento anche Support Kevin Spacey, il noto sito che ha raccolto i messaggi di stima e ammirazione per l’attore sin dal 2017.
Durante la lettura, una folla di visitatori del museo ha circondato l’attore, accolto col tipico calore umano che il suo pubblico italiano gli ha sempre riservato sia durante la carriera che durante l’esilio. Dopo che i presenti hanno applaudito alla sua performance, Kevin Spacey è apparso felice e commosso, entusiasta di passare il so tempo coi fan, scambiando alcuni scatti in compagnia e chiacchierando coi presenti. La poesia di Gabriele Tinti è stata letta in passato da altri artisti come Alessandro Haber, Franco Nero e Robert Davi sia al Museo Nazionale Romano che al Getty Museum di Los Angeles. Di seguito, il testo del poema letto da Kevin Spacey:
Per favore, ripeti. Non riesco a sentire quello che dici. Il mio viso è di bronzo, non lo vedi? Guarda i miei occhi, le mie orecchie, questo petto. Ripeti se vuoi. Oppure risparmia il fiato. Le parole si rassegnano davanti a me. Ogni volta c’è qualcosa che non torna, la voce si perde. Non so perché ma non è mai abbastanza. Come dici? Forse hai ragione. Più si è feriti e più si è grandi. E più si è vuoti. M’hanno usato per i loro divertimenti, nutrito di roba scadente. La vita se n’è andata in un momento. È sempre stato così: ho lottato, cercato un orlo, un’alba dove poter ricominciare. Ho passato un’infinità di notti senza dormire. Sono rimasto ore e ore a sudare per distruggere e cadere. Ho fatto di tutto per occupare ogni vuoto. Il sangue brillava nelle mie vene e io, in fondo, ho sempre voluto precipitare.
Questi che vedi sono i miei guanti sacri alla vita, le mie ferite. Fermati un momento, appoggiaci la mano, guarda. Bisogna succhiare il cuore d’un eroe finché batte, lo dovresti sapere. Ho scosso il paese, scrollato le arene, fatto a pezzi gli avversari. Ho illuminato il buio, raccolto gli insulti, costretto agli applausi. Non tutti l’hanno saputo fare. Non te, non voi. D’altronde la vita non è uno spavento per chi non l’ha mai rischiata. Chi mi può capire? Con chi posso ancora parlare? Lo spirito è ammalato, non si può più curare. Sparirà dalla faccia della terra. È il suo destino. Lo so, adesso sono stanco e sto diventando malinconico. È per questo che m’avete scavato la fossa. L’avete aperta lassù, lontano. Per nascondermi. Per non avere problemi e non dover vedere. Stolti! Non potevate immaginare che sarei resuscitato in questo vestito di metallo, che sarei tornato a fissarvi con il mio volto scuro, senza labbra.
È tutto finito
Quante dita son queste?
Libero la mente
La vedi la mia mano?
Riposo la concentrazione
Dove ti trovi ora?
M’acquieto per un attimo
Che round è?
Recupero il respiro
Finiscilo!
Urla forte il gorgo profondo
Finiscilo!
Si sgola la cavea furiosa
Finiscilo!
Sento abbaiarmi addosso.
Mi fermo a guardarlo.
È di nuovo in piedi.
Non chiede compassione.
Soltanto cerca un po’ di verità,
una nuova ferita.
…
va tutto
bene
mi sento
bene
colpisco
bene
preciso
duro
ci siamo!
supero
il limite
non sento
più nulla
ora
vedo però
la sua smorfia
è una smorfia
di dolore
capisco che
sta soffrendo
che sente
come un blocco
una morsa
pare prigioniero
del suo stesso corpo
si sbilancia
pare cedere
no!
è ancora lì
ha quell’occhio
quell’occhio fisso
con quello
m’incalza
mi tampina
avanza
torno
a sentire
ora
delle voci
urlano
sento
chiamare forte
il mio nome
ecco!
ci siamo!
non sento
più nulla
supero
il limite
colpisco
veloce
danzo
leggero
va tutto
bene
mi sento
bene
colpisco
e mi muovo
bene
a brevi falcate
a piccoli passi
giro
dove devo
faccio tutto
come si deve
lui si fa sotto
mi colpisce
fa caldo
sento
il mio corpo
libero
sento
ogni fibra in me
che reagisce
continuo a muovermi
e a colpire
ci siamo!
lui accusa
i miei colpi
capisco che
devo tener duro
e andare avanti
mi colpisce
in faccia
esonda in me
dolore puro
inarginato
mi tocco
la piaga
è aperta
sbotta sangue
ma non è
niente
va tutto
bene
è solo
sangue
lo fisso
quell’occhio
ricambia
ma sto
bene
ci siamo!
non vedo
più nulla
sento
sento soltanto
un gran calore
venire su
e il mio corpo
rantolare
sboccare
è il mio corpo
sì
il mio corpo
che rantola
schiuma
avvampa
sono tutte
fitte
quelle che sento
è tutto
dolore
quello che provo
ma dura
un attimo
dura
un attimo
soltanto
è tutto finito
è andata
come doveva
come avrei voluto
non andasse
mi guardo
come da lontano
la piaga aperta
sbotta ancora
sangue
ma va bene
così
ho sempre vissuto
così
in un mare
rosso
rosso
di sangue
mi guardo
e mi vedo
una lontananza
e tutto
è splendore
lì dove sono
tutto
è calma
e voluttà
e piacere
tutto
è amore
mi guardo
e vedo un uomo
un uomo soltanto.