Bloodshot: La recensione del film

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Oltre a portare avanti il suo strano piano di costruire uno spiderverse privo – almeno per ora – di Uomo Ragno Sony Pictures ha deciso da qualche tempo di costruire un suo universo cinematografico legato al mondo del fumetto. Le intenzioni sono quelle di puntare su un’altro dei colossi del fumetto USA, anche se meno conosciuto da noi rispetto a Marvel e DC, ovvero il Valiant Universe. 

Per partire con il verso giusto ha deciso di puntare su uno dei personaggi più amati di questa etichetta, Bloodshot, affidando il ruolo di protagonista a una star di Hollywood come Vin Diesel, come a mettere in chiaro l’intenzione di puntare discretamente sul film, ma affidando poi la regia all’esordiente Dave S.F. Wilson. Una scelta quella di affidarsi a un volto del tutto nuovo che sicuramente avrà fatto storcere più di un naso.

Bloodshot AkA Ray Garrison è un soldato morto, resuscitato dalla RST, che ha sostituito il suo sangue con dei naniti che gli donano un grosso fattore di guarigione, rendendolo il classico soldato perfetto, privo di memoria del passato e pronto ad uccidere senza rimorso chiunque sia nel suo bersaglio, anche se le cose potrebbero presto cambiare.

Anche se non convince del tutto, Wilson confezione una discreta pellicola action, con un stampo decisamente anni’90 che intrattiene il pubblico. Il cineasta viene dal mondo degli effetti speciali e la cosa si vede parecchio in alcuni frangenti, come l’utilizzo amplio di CGI e rallenty all’interno delle scene, mentre dal punto di vista delle coreografie dei combattimenti sembra ancora mancare qualcosa, si ha spesso l’impressione di scene fin troppo costruite, prive di quel qualcosa in più che le renda buone o convincenti se non dal punto di vista visivo .

Dal punto di vista del cast, tolto il peso del protagonista principale Vin Diesel che recita il ruolo di Vin Diesel (praticamente un mix di tutti i suoi ruoli passati, da FF a XXX) il resto degli attori coinvolti rimane un po’ troppo bidimensionale, come il caso della bellissima Eiza Gonzalez , con l’unica eccezione di Lemorne Morris. A lui è affidato il compito di rappresentare la spalla comica del film, compito che esegue con capacità e bravura, risultando essenziale nell’equilibrio del film.

Tutto sommato si tratta di un buon esordio per il regista e di un buon film votato all’intrattenimento più “fisico” quello dove la trama è fatta di espedienti palesi per muovere il personaggio e portare all’azione.

Purtroppo Bloodshot è fra le vittime del coronavirus, negli USA è uscito sul filo di lana, diventando automaticamente un flop al botteghino, la produzione ha però deciso di distribuirlo fin da subito in on demand, permettendo così di poter portare a casa qualcosa di più, ma forse non abbastanza per poter garantire a Ray un possibile ritorno in sala per un sequel.

Qui trovate il link per vederlo:

 

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Marcello Portolan

Uno strano mix genetico sperimentale allevato a fumetti & fantascienza classica, plasmato dal mondo dell'informatica e della tecnologia, ma con la passione per la scrittura. Un ghiottone che adora esplorare il mondo in cerca di Serie TV e pellicole da guardare noncurante dei pericoli del Trash e dello splatter. un vero e proprio globetrotter del mondo NERD