Code 8: la recensione

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Disponibile da qualche tempo sulla piattaforma Netflix troviamo Code 8, un film di fantascienza diretto da Jeff Chan con Stephen e Robert Amell, nato da un omonimo cortometraggio pubblicato qualche anno fa.

La storia è ambientata in una realtà alternativa dove parte della popolazione ha in passato scoperto di avere dei poteri speciali, dei mutanti in grado di aiutare l’umanità. Almeno temporaneamente perchè l’avvento delle nuove tecnologie e dell’automazione è finito per trasformarli una popolazione isolata, emarginate e un problema sociale ed economico per lo stato.

L’idea di mutante come emarginato dalla massa è sicuramente un concetto già usato in diverse opere, a quelli di voi che amano i fumetti sicuramente il concetto potrà ricordarvi quello su cui spesso ruotano le tematiche degli X-Men,in questo caso però la loro visione da parte della popolazione è leggermente diversa e per certi versi può richiamare quella dei lavoratori immigrati illegali, costretti spesso a scollinare nel mondo dell’illegalità per mancanza di alternative.

Proprio questa è la storia del protagonista, un “elettrico” di nome Connor, che per cercare un modo di ottenere i soldi per salvare sua madre da una malattia che la sta uccidendo finirà per rimanere invischiato con la criminalità organizzata che gestisce la droga psyke (estratta proprio dal liquido spinale dei mutanti)  nell’area di Lincoln City, una città dove a proteggere la legalità oltre ai classici poliziotti troviamo dei droni e dei soldati robotici dai modi decisamente rudi.


La trama, seppure riscriva il tutto secondo la logica di questo mondo alternativo, non è sicuramente una delle più innovative, è facile leggere fra le righe e capire dove il film andrà. In compenso si tratta di una visione solida e compatta, chiara nel suo insieme, unica sbavatura il forse troppo poco tempo messo a disposizione di alcuni personaggi secondari, come quello dell’agente Park, la cui situazione a cavallo tra i due mondi rimane solamente abbozzata .

Sicuramente un plauso va dedicato alla regia e alla fotografia, sfruttate in moto ottimale e in grado di dimostrare, ancora una volta, come non sia necessario sempre avere budget faraonici per mettere in scena pellicole di buon livello anche nel mondo della fantascienza, visto che tutto sommato Code 8 riesce a difendersi sotto ogni punto di vista .

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Marcello Portolan

Uno strano mix genetico sperimentale allevato a fumetti & fantascienza classica, plasmato dal mondo dell'informatica e della tecnologia, ma con la passione per la scrittura. Un ghiottone che adora esplorare il mondo in cerca di Serie TV e pellicole da guardare noncurante dei pericoli del Trash e dello splatter. un vero e proprio globetrotter del mondo NERD