Il mondo del gioco in Italia ha conquistato uno spazio tutto suo. E non è cosa di poco conto: sempre bistrattato e relegato tra fenomeni da ostracizzare, il mondo dei giochi italiani ha una sua centralità per il Fisco, come ben noto. Ma anche perché è un mercato che nel Belpaese ha trovato terreno fertile su cui crescere: rispetto al 2019, nel 2021 i dati del mercato hanno riportato un tasso di crescita del +21,9%. L’industria, nel suo complesso, vale oltre i due miliardi di euro. Grosso contributo viene dato dall’indie gaming: ma di cosa si tratta?
L’indie gaming è l’insieme di tutte quelle produzioni indipendenti. Un prodotto unico in sé e per sé, nonché molto prolifico. Solo nel 2021 la piattaforma Steam ha registrato circa 10.000 titoli indie, molti dei quali premiati e riconosciuti dal pubblico. Va chiarito però che indie ed indipendente non sono sinonimici né interscambiabili: l’indie ha dei riferimenti culturali precisi, ovverosia tutto ciò che non rientra nel cosiddetto mainstream. In realtà in contesti videoludici l’indie ha tantissime sfaccettature, al punto che si potrebbe parlare di tre tipi di indipendenza, anche sovrapponibili tra di loro.
Si tratta di indipendenza finanziaria, creativa e di distribuzione. Il gioco è indie solo se rientra in una di queste tre macro-categorie. Come è posizionata l’Italia in materia di giochi indie? Il Belpaese negli ultimi anni si è visto aprire al mondo del gioco, con la nascita di tante case di sviluppo. Gli sviluppatori italiani sono in fermento, anche sul fronte dell’inclusività. Se l’indie puro rimane a livello di produzione e studi, i parametri di genere ed appartenenza o meno a minoranze è stata fondamentale per la funzione educativo del gioco.
Sul fronte inclusività anche il gambling offre ottimi esempi: Goldbet Casinò da questo punto di vista è all’avanguardia, come testimoniano i titoli inclusi dall’operatore di gioco nella sezione Soft Games della propria piattaforma.
Ma il settore dell’indie fa fatica: esiste per esempio la limitazione all’inserimento di genere binario, così come la impossibilità di scegliere il ruolo interno allo studio. C’è chiarezza sulle posizioni lavorative degli addetti.
Così come si rintracciano le caratteristiche tipiche di uno studio indie: multi-mansioni, team ridotti, effetto precariato. Vengono fuori anche le criticità: mancanza di coesione tra gli sviluppatori, pochezza di fondi, cultura di gaming ancora giovane. In Italia c’è anche un problema di cultura: gli sviluppatori faticano a trovare esempi di indie game di rilievo, così come non mancano esempi di discriminazione. Il sistema indie in Italia ha troppe fragilità. La principale: la mancanza di fondi da parte dello Stato, e quindi di un piano di investimenti serio e dettagliato impedisce l’apertura del settore ad una professionalità differente. Al netto di dati che, al contrario, indicherebbero tutt’altro.