È con un annuncio, improvviso ma prevedibile, sul blog ufficiale che veniamo a sapere che Google ha deciso di staccare la spina a Stadia.
“Qualche anno fa abbiamo lanciato un servizio di gaming per i consumatori. E sebbene l’approccio allo streaming dei giochi fosse costruito su una solida base tecnologica, non ha ottenuto la trazione con gli utenti che ci aspettavamo. Quindi abbiamo preso la difficile decisione di iniziare a chiudere il nostro servizio di streaming”.
Il servizio rimarrà attivo fino al 18 gennaio 2023 ed entro la metà dello stesso mese i giocatori saranno rimborsati per giochi, DLC o hardware acquistati. Il motivo sarebbe da rintracciare nella scelta del CEO Sundar Pichai di tagliare i costi e voler rendere l’azienda più efficiente del 20%. Sicuramente la scelta di far pagare i giochi a prezzo pieno più l’abbonamento pro, per giocarli ad alte prestazioni, hanno reso Stadia poco attraente ai giocatori. Senza considerare il Game Pass di Xbox che ha reso il tutto ancora meno appetibile. Le fondamenta cominciarono a scricchiolare a febbraio 2021, quando Google annunciò la chiusura degli studi di sviluppo interni e quindi la rinuncia alle esclusive. Nel comunicato viene anche fatto sapere che i dipendenti del team Stadia saranno presto ridistribuiti in altri settori dell’azienda.
Il lancio nel 2019
Stadia fu lanciata nel 2019 con grandi aspettative (in parte tradite). Alla presentazione venne lasciato intendere che avremmo giocato ovunque ci fosse stata una connessione e senza hardware. Che avremmo potuto guardare qualcuno giocare in streaming e volendo unirci a lui con la semplice pressione di un tasto. Il tutto supportato da una piattaforma che sembrava funzionare bene dal punto di vista tecnico. Sopratutto Google sembrava pronta a competere sul fronte esclusive, con l’apertura di studi interni. Tutto questo, unito ad una comunicazione sempre poco brillante dell’azienda, ha portato alla fine di Google Stadia solo tre anni dopo la sua nascita.