RoFF17 – Il pubblico la voleva ed è stato accontentato. Boris 4 è una realtà. I primi due episodi, infatti, sono stati presentati in chiusura di Alice nella Città alla 17ª edizione della Festa del Cinema di Roma. La serie famosa per la propria cattiveria e ironia conferma il cast formato da Francesco Pannofino, Carolina Crescentini, Pietro Sermonti e Antonio Catania. Ancora, Caterina Guzzanti, Alessandro Tiberi, Carlo Ruggieri, Alberto Di Stasio, Corrado Guzzanti e Paolo Calabresi. In scrittura Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico. In questa stagione, il pesciolino Boris potrà assistere alla riprese di una serie sulla Vita di Gesù, tratta da un’idea di Stannis (Sermonti).
Lo show è prodotto da SNIP (So Not Italian Production), casa di produzione di Stannis e Corinna (Crescentini). René (Pannofino) sarà di nuovo il regista, Arianna (Guzzanti) sua assistente, Duccio (Bruschetta) e Lorenzo (Ruggieri) si occuperanno della fotografia. Ritornano Biascica (Calabresi) capo elettricista, Lopez (Catania) e Sergio (Di Stasio) produttori e i tre sceneggiatori (Valerio Aprea, Massimo De Lorenzo e Andrea Sartoretti). L’intera troupe, però, se la dovrà vedere con un’importante piattaforma internazionale diretta da Alessandro (Tiberi). È l’algoritmo che decide che genere di serie va fatta e con quali contenuti. Quindi, tutti dovranno seguire una serie di norme di comportamento, con alla base l’ inclusività.
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Già in questi due primi episodi è chiara ed esplicita la classica ironia spietata e schietta che ha reso famosa Boris. I personaggi più importanti tornano, sono più vecchi, ma hanno sempre un animo pieno di verve e travolgente, nel bene e nel male. Sono passati quindici anni e si vede, perché, con la dominazione delle piattaforme streaming, è cambiata la televisione, così come il cinema. È chiaro che le vecchie generazioni fanno fatica a capire quelle nuove. Non solo riguardo agli strumenti di fruizione, ma anche dal tipo di storie che cercano e, soprattutto, dal linguaggio. Alla base dei primi due episodi di Boris 4 c’è la presenza dell’inclusività che funziona solo quando è spontanea.
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Una degli aspetti positivi della serie è sempre stata la capacità di non prendersi troppo sul serio e il politicamente (s)corretto ne fa da padrone. Infatti, la serie ha il pregio di prendere in giro con intelligenza e giusta ironia temi universali, come la morte, il nepotismo, la criminalità, la politica unita alla religione e il lavoro nero. In conferenza stampa di RoFF17, inoltre, noi di Projectnerd abbiamo chiesto agli sceneggiatori come hanno affrontato emotivamente la mancanza del loro collega Mattia Torre. La risposta è stata quasi poetica. Hanno detto che Mattia non è andato via, è sempre con loro. Già dalla prima stagione hanno lavorato con molta alchimia, passando anche ore e ore a giocare e scherzare.
Lo continuano a fare con la sensazione che Mattia ci sia ancora, perché, conoscendolo benissimo come amico, nel lavorare a Boris 4 e nello scherzare, sapevano già cosa lui avrebbe scritto e come avrebbe giocato con loro. Questo concetto è rappresentato molto bene in una scena molto intelligente ed emozionante. Quindi, in questi primi due episodi di Boris 4, sembra davvero che Torre ci sia ancora, perché la scrittura è perfetta come prima. Ovviamente, per più conferme bisogna aspettare di vedere anche gli altri episodi. Ovviamente, si spera che l’intera nuova stagione confermi tutto il buono delle prime stagioni.