Visto da me: Creed

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La leggenda di Rocky Balboa continua con Creed. Questo è un film pieno di aspettative, infatti nasce con l’obiettivo di poter diventare l’erede di ‘Rocky’ e con la speranza di non deludere gli appassionati della saga del pugile interpretato da Sylvester Stallone.

Il protagonista, colui che veste i panni di Adonis Creed, figlio del leggendario Apollo, è Michael B. Jordan, visto di recente nel ruolo della Torcia Umana nel tanto discusso remake de ‘I Fantastici 4’. La pellicola si apre con un Adonis Johnson-Creed adolescente e rinchiuso in un carcere minorile, tra risse, assistenti sociali e case famiglia. Una strada per il ragazzo si apre quando arriva Marianne, la moglie di Apollo, interpretata da Phylicia Rashad, che gli appassionati ricorderanno come la signora Robinson della famosa serie degli anni ’80, che lo porta a casa con sè. Qui la situazione cambia radicalmente e cresce nel lusso, una villa immensa ed una Ford Mustang lo accompagnano in questa vita dove Adonis trova lavoro presso una compagnia finanziaria fino a fargli raggiungere un’ottima posizione ma qualcosa lo tormenta, sente che quella non è la sua strada. Inizialmente si divide tra il lavoro ed i combattimenti clandestini di pugilato, che tiene nascosti a Marianne, fino a che decide di licenziarsi e di iniziare seriamente la carriera da pugile. Molti sarebbero stati facilitati, con un cognome come il suo avrebbero raggiunto e aperto ogni porta velocemente, ma lui questo non lo vuole. Infatti si fa conoscere con il cognome Johnson, quello della madre, proprio per dimostrare che non è il cognome che definisce il tuo valore, ma la persona che scegli di essere ogni giorno. Decide quindi di lasciare Los Angeles e di recarsi a Filadelfia, dove Rocky continua la sua vita al ristorante, ma presto le strade dei due si uniranno. Adonis infatti chiede a Balboa di allenarlo, ma riceverà diversi rifiuti prima che lo stallone italiano cambi idea. Il rapporto tra i due cresce sempre più, tanto che il ragazzo inizia a chiamarlo ‘zio’. Il percorso che intraprenderanno sarà anche una riscoperta dei valori, dove la grande sfida di ogni giorno è sempre la vita. Non mancano le perle di saggezza che hanno reso Rocky un capolavoro, infatti durante uno degli allenamenti Balboa indica ad Adonis il suo riflesso nello specchio “Lo vedi quello? E’ l’avversario più tosto che dovrai affrontare, è la verità sul ring ed la verità nella vita.”. C’è anche il tempo per l’amore, infatti il ragazzo si innamora della dolce Bianca, una cantante che abita nel suo stesso palazzo. Proprio con lei il ragazzo si confida dicendo che non vuole usare il cognome del padre perchè ha paura di perdere e di essere considerato quindi un buffone, ma la sua nuova famiglia lo convince a diventare Creed, perchè è il suo nome e deve esserne fiero.

Un crescendo di emozioni, di battaglie che si devono affrontare non solo sul ring, sia per Adonis che per Rocky, sancite da un accordo che impedisce ad entrambi di mollare “Io combatto se combatti anche tu”. Un’escalation di vita che arriva sino all’incontro finale, e quando le cose non si mettono bene per Creed, Rocky con il triste ricordo di aver spinto troppo oltre il padre in passato, lo invita a lasciare ma Adonis risponde “..ma se mollo adesso non riuscirò mai a dimostrarlo”, “..dimostrare cosa?” risponde Balboa..”..di non essere un buffone” conclude in lacrime Adonis.

Un film che tocca il cuore, che fa riflettere sul vero valore della vita e delle persone che ci sono accanto.

Ve lo consiglio.

 

Creed

 

 

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Antonio De Santis

Esperto di musica e di cinema, si diletta a guardare film mentre ascolta rock!