La Weinstein Company dovrebbe dichiarare bancarotta
Il procuratore generale dello Stato di New York, Eric Schneiderman, sta facendo passare dei brutti pomeriggi alla Weinstein Company. La società è stata messa sotto accusa per questioni legate alla mancata tutela dei suoi dipendenti. Tutela, intesa come prevenzione delle molestie.
Poco conta il nuovo corso tentato dall’azienda, che avrebbe cambiato totalmente rotta dopo l’acquisizione da parte di Maria Contreras-Sweet.
Da quando diverse dozzine di donne si sono fatte avanti a ottobre per accusare pubblicamente Harvey Weinstein di una scorretta condotta sessuale, la casa di produzione ha esplorato alternative, dalla ricerca di prestiti da enti privati a perseguire una vendita della società e della sua biblioteca di quasi 300 film.
Questo fine settimana, un accordo per vendere TWC a Contreras-Sweet è stato così vicino alla realizzazione che Schneiderman ha deciso di accorciare i tempi, facendo causa alla società, di domenica. La mossa rende il procuratore l’ago della bilancia, insistendo sul fatto che dirigenti come David Glasser non siano ricompensati dopo la vendita, ma chiede un risarcimento per le vittime e sanzioni finanziarie contro la società.
Nonostante l’offerta molto aggressiva di 500 milioni di dollari di Contreras-Sweet, alla luce di queste richieste la cessione sembra essere sempre meno probabile. Il gruppo di investitori intanto non si sbilancia coi commenti, affermando che ritengono la mossa una cosa logica, ma che non intendono assecondare.
Invece, TWC potrebbe combattere la causa nel tentativo di salvare l’affare, ma le sue pressanti esigenze finanziarie suggeriscono che la società non avrà il tempo per perseguire tale scopo, al passo con la legge.
Inoltre, con la richiesta di Schneiderman che la compagnia si sottoponga a una supervisione continua, per garantire l’assenza di cattive condotte sessuali, qualsiasi acquirente di TWC può essere dissuaso da una transazione, data la prospettiva di subire interferenze esterne. Per ora si potrebbe guadagnare tempo vendendo i suoi cinque film finiti, tra cui The Current War e Hotel Mumbai, ma a differenza di Paddington 2, che la società ha scaricato alla Warner Bros. a novembre per circa venti milioni, gli altri film hanno un valore che a questi livelli è irrisorio.
Improvvisamente, il fallimento è diventato il risultato più probabile. Se il consiglio di amministrazione ha resistito una volta alla procedura di fallimento, a causa della possibilità che un fiduciario indagasse sul comportamento illecito, la causa di Schneiderman indica che tali indagini avverranno comunque.
E da un punto di vista transazionale, una vendita della società attraverso il processo di bancarotta, offre la possibilità che le attività aziendali possano essere vendute in forma libera e prive di pretese e interessi, maturando, quindi, un valore al rialzo che potrebbe paradossalmente ridare futuro alle casse aziendali.
Considerata la posta in gioco di alto profilo e la pubblicità che questa materia sicuramente tratterà, la Corte Fallimentare degli Stati Uniti sarebbe uno strumento fantastico per sbrogliare veramente gli affari finanziari d The Weinstein Co.
– Nick Iezza
Fonte: Il Post