Motherland – Fort Salem: La recensione

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Ha fatto la sua comparsa da qualche settimana nel catalogo di serie Amazon Prime Video la prima stagione di Motherland – Fort Salem.
Uno show a forte trazione femminile che mescola elementi già vesti tentando di regalare allo spettatore una nuova e originale visione.

Motherland – Fort Salem ci porta in un mondo ucronistico, una realtà dove le streghe esistono e per sopravvivere alla caccia degli umani hanno accettato un trattato ( Trattato di Salem) che gli consente di servire il governo USA, combattendo le guerre come soldati. Tutto però si svolge ai giorno nostri, con l’arrivo all’accademia militare delle 3 streghe protagoniste Raelle Collar, Abigail Bellweather e Tally Crave pronte per il loro addestramento, in un periodo storico dove una misteriosa organizzazione terroristica continua a colpire il mondo con i propri attacchi.

Come spesso accade soprattutto negli ultimi anni, il mondo delle streghe porta la narrazione ad avere una visione orientata verso un mondo femminista e anche questa realtà non è da meno, mostrandoci una forte comunità femminile – quella dell’accademia – dove si trovano personaggi dotati di incredibili poteri, pronti ad affinare le loro doti per un potere superiore.

Ovviamente ognuna delle 3 protagoniste ha il suo particolare background che la rende interessante e che la serie trova il tempo di approfondire. Abigail ad esempio proviene da una delle famiglie più ricche di storia all’interno della comunità magica, Tally è entusiasta del suo ruolo all’interno del mondo delle streghe al punto di essersi offerta volontaria per la chiamata alle armi mentre Raelle ( che delle 3 sarà in un certo senso la vera protagonista principale) ha una storia più tormentata e complessa. Nonostante il buon livello recitativo generale questi personaggi hanno tutti sviluppi che abbiamo trovato lineari e già visti, ma la trama nel suo insieme è intrigante ed è riuscita nell’impresa di catturare la nostra attenzione per farci arrivare velocemente fino all’ultimo episodio, con la voglia di vedere come andrà la seconda stagione.

Il vero spunto innovatore di Motherland è legato alla stregoneria e al suo utilizzo, niente formule magiche ma vocalizzi modulati a diverse intonazioni, quasi a voler ricordare quanto il credo legato alla stregoneria possa essere arcaico e slegato da quelle che sono le costruzioni puramente umane come le lingue. Una scelta vincente, che insieme a tante altre piccole decisioni – spesso relative più a dettagli del contorno che alla storyline vera e propria – permettono a questo show di convincere pur senza innovare, quasi fosse una versione meno fanciullesca e più militare de Le terrificanti avventure di Sabrina.

Non è uno show che lascia una forte traccia nel cuore e nella mente dello spettatore, ma proprio per questo non possiamo che consigliarne la visione a chi vuole staccare un po’ la testa e godersi un prodotto semplice, che intrattiene il giusto.

 

 

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Marcello Portolan

Uno strano mix genetico sperimentale allevato a fumetti & fantascienza classica, plasmato dal mondo dell'informatica e della tecnologia, ma con la passione per la scrittura. Un ghiottone che adora esplorare il mondo in cerca di Serie TV e pellicole da guardare noncurante dei pericoli del Trash e dello splatter. un vero e proprio globetrotter del mondo NERD